I Rotary Club del territorio hanno incontrato il team di Elena Cattaneo

Rimini, 15 febbraio 2016 – I Rotary Club Sud Romagna (RC Rimini, RC Rimini Riviera, RC Riccione-Cattolica, RC Alto Montefeltro-Novafeltria) e RC San Marino hanno fatto visita al Dipartimento di Bioscienze dell’Università di Milano ove si trova l’Istituto Nazionale di Genetica Molecolare diretto dalla Senatrice a Vita e Prof.ssa Elena Cattaneo.

E’ stata questa l’occasione per consegnarle la somma di dodicimila euro raccolta durante l’ultima edizione del Concerto per la Vita svoltosi al Palacongressi di Rimini il 18 novembre scorso, con la partecipazione di oltre 1200 persone e sostenuto anche da altri club service (Lions, Soroptimist, Club 41, Inner Wheel, Round Table, Ladies Circle, Rotaract e Interact).

La Prof.ssa Cattaneo ha presentato al Rotary il gruppo di giovani ricercatori del suo team, a partire dal più giovane appena 23enne, oltre ai risultati più recenti del lavoro del team, fino ai riconoscimenti ricevuti dalla comunità scientifica internazionale. Un momento di confronto anche sulle difficoltà del fare ricerca scientifica in Italia.

Nell’occasione è stata già fissata la prossima edizione del Concerto per la Vita, il 12 novembre scorso; inoltre è stato deciso di dar vita, a cura dei cinque Rotary Club, ad un’Associazione che stabilmente devolva a favore del gruppo di ricerca guidato dalla Prof.ssa Cattaneo quanto raccolto dalle iniziative in programma.
La Corea di Huntington
La malattia di Huntington (detta anche Còrea di Huntington dal greco ‘danza’ per via dei movimenti involontari che provoca) è una malattia neurologica degenerativa che colpisce prevalentemente il cervello ed i muscoli. La causa è una mutazione nel DNA che altera una proteina con conseguente morte di neuroni in alcune aree del cervello.
Si trasmette geneticamente e compromette in modo molto grave la coordinazione dei movimenti e le capacità cognitive. Ogni figlio di un genitore malato ha il 50% di probabilità di ereditare la malattia. Si stima che in Italia siano 6000 le persone ammalate e 20.000 quelle a rischio di ereditare il gene, ma questi numeri possono significativamente sottostimare la reale diffusione della malattia.