IL TEMPIO MALATESTIANO OLTRE L’ITALIA. SCRITTI FORESTIERI FRA ‘800 E ‘900

È il nuovo ciclo di incontri culturali nati dalla collaborazione

tra Fondazione Cassa di Risparmio, Assessorato alla Cultura e Diocesi di Rimini

 

Quattro appuntamenti al venerdì, dal 18 ottobre al 29 novembre al Tempio Malatestiano

per riscoprire, guardare, appassionarsi a questo monumento attraverso lo sguardo e il pensiero di intellettuali stranieri

Rimini, 17 ottobre 2013 – Formidabile catalizzatore di pensiero non solo in Italia ma anche in Europa e oltre, il Tempio Malatestiano di Rimini offre testimonianze luminose di come un edificio architettonico sia anche un “edificio concettuale” che ha generato nel tempo altri “edifici concettuali”. Le decifrazioni e le interpretazioni rivelano come il Tempio sia stato rivestito, ripensato, ricostruito per contenere e accogliere valutazioni estetiche e ideologiche scaturite nei secoli sia in Italia sia in altri Paesi.

Su questa constatazione si fonda il nuovo ciclo di incontri “Il Tempio Malatestiano oltre l’Italia. Scritti Forestieri tra Ottocento e Novecento”, in programma a Rimini, all’interno del Tempio Malatestiano, dal 18 Ottobre al 19 Novembre 2013.

L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Rimini, e vanta il patrocino dell’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, dell’Università degli Studi di Ferrara e Museo della Città di Rimini (Mente Locale, 2013), e l’ospitalità della Diocesi di Rimini.

A curare l’intera iniziativa è la professoressa Paola Spinozzi in collaborazione con Alessandro Giovanardi e Massimo Pulini.

La rassegna si sviluppa in quattro incontri che si svolgeranno proprio all’interno del Tempio così che le parole degli studiosi possano amplificarsi grazie alle suggestioni offerte direttamente da questa storica struttura architettonica.

Le relazioni partono dal presupposto che studiosi occidentali e orientali hanno visitato il Tempio Malatestiano per rintracciarne la storia, indagarne la complessità architettonica, decriptarne la simbologia e rimemorare le gesta del suo committente in saggi, racconti, romanzi storici, poemi.

Si pensi solo al grande storico dell’arte, l’ebreo-tedesco Aby Warburg, accompagnato al Tempio nel 1928 dall’allora giovanissimo Augusto Campana.

Alla mentalità e alle imprese di Sigismondo Pandolfo Malatesta, al progetto architettonico di Leon Battista Alberti, alla decorazione di Agostino di Duccio e alla pittura di Piero della Francesca sono state dedicate, poi, analisi minuziose.

Gli scritti dedicati al Tempio Malatestiano e ai suoi creatori rivelano come e perché esso sia divenuto il fulcro di interpretazioni la cui diversità è riconducibile a specifiche matrici storico-culturali.

Gli itinerari dal Tempio e al Tempio sollecitano approcci critici diacronici e transnazionali. Attraverso particolari sguardi forestieri l’edificio architettonico si rifrange, si moltiplica, dissemina i propri significati, mostra ciò che i visitatori vogliono vedere, scelgono di scoprire.

Indagandone la ricezione fuori dall’Italia e nei secoli, il Tempio si configura un luogo dalle molte possibilità di senso, legate sia all’ambito nazionale e sia a quello internazionale, radicato in uno specifico spazio cittadino, in un contesto regionale, e pure proteso verso una dimensione multiculturale. Le potenzialità polisemiche del Tempio risultano evidenti dall’ampio percorso intertestuale lungo il quale i visitatori ne hanno tramandato i segni.

Scopo del ciclo, dunque, è iniziare l’esplorazione delle loro categorie di pensiero e collocare il Tempio e la città di Rimini nell’Atlante mondiale.

La partecipazione dei docenti è riconosciuta quale attività di formazione dal Ministero dell’Istruzione, in quanto promossa dai Musei Comunali di Rimini, struttura accreditata con decreto del 14.03.2003 ai sensi del D.M. n. 177/2000 riconfermato con decreto del 14.07.2006.

Dichiarazioni

 

Leonardo Cagnoli, Vicepresidente Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini

Il ciclo di conferenze si aggiunge alla cospicua serie di iniziative, sia a livello di conservazione dell’immobile che di valorizzazione culturale, che la Fondazione da anni promuove a favore del Tempio Malatestiano. Il monumento, straordinario e conosciuto in tutto il mondo, ha generato prestigiose attenzioni che in questo ciclo saranno rappresentate.

Un ringraziamento speciale alla Diocesi di Rimini per la disponibilità manifestata e al Comune di Rimini per averci accompagnati in questa nuova iniziativa.

Paola Spinozzi, Università degli Studi di Ferrara

La mentalità e le imprese di Sigismondo Pandolfo Malatesta, il progetto architettonico di Leon Battista Alberti, la decorazione di Agostino di Duccio e la pittura di Piero della Francesca sono il fulcro di interpretazioni la cui diversità è riconducibile a specifiche matrici storico-culturali. Formidabile catalizzatore di visioni, il Tempio Malatestiano offre testimonianze luminose di come una costruzione architettonica sia stata rivestita, ripensata, ricostruita per contenere, e accogliere, valutazioni estetiche e ideologiche scaturite nei secoli non solo in Italia ma anche in Europa e oltre. Attraverso particolari sguardi forestieri l’edificio si rifrange, si moltiplica, dissemina i propri significati, mostra ciò che i visitatori scelgono di vedere. Introducendo la prospettiva dell’estraneità, le narrazioni di Jacob Burckhardt e Aby Warburg, Charles Yriarte e Joséphin Péladan, John Addington Symonds, Edward Morgan Forster, Edward Hutton, Aldous Huxley, Ezra Pound, Adrian Stokes e Bernard Berenson, Vladimiro Zabughin e Andrej Belyj estendono la nostra comprensione del Rinascimento italiano e del Quattrocento malatestiano.

Don Giuseppe Tognacci, Canonico della Cattedrale

La Diocesi di Rimini collabora nell’ospitare all’interno della sua Cattedrale una rassegna culturale di alto spessore: «Il Tempio Malatestiano oltre l’Italia. Scritti forestieri tra Ottocento e Novecento».Esprimiamo soddisfazione che con incontri di così ampio respiro venga riconosciuta nella Basilica Cattedrale prima di tutto la sua identità di chiesa, espressa ben prima e poi sucessivamente la dominazione napoleonica, e di chiesa cattedrale – cioè totalmente ecclesiale – fin dal 1809. Inoltre, anche attraverso nuovi studi storici, potremo fare la conoscenza di eruditi stranieri, che riconoscono nella chiesa cattedrale di Santa Colomba un luogo importante sia dal punto di vista religioso che storico e culturale, e meta di pellegrinaggio.

Attraverso questo ciclo di conferenze si esprime il desiderio di una sana criticità storica, come già è stato fatto in occasione degli incontri organizzati in seguito agli ultimi restauri effettuati al Tempio Malatestiano.

La storia ininterrotta del Tempio Malatestiano e la sua ricchezza storico-artistica, manifestano l’antropologia cristiana che è alla base di questo luogo. L’uomo è posto al centro del creato, che ammira e contempla nella sua bellezza, lo riconosce in quanto creazione, cooperando nel tempo alla volontà creatrice del creatore. Pensiero ben sviluppato, ad esempio, da Agostino Di Duccio nelle decorazioni degli archi delle cappelle che arrischino l’aula ecclesiale.

Alessandro Giovanardi, Responsabile Ufficio Cultura Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini

Il Tempio Malatestiano è un segno vivente dell’incontro tra le culture, una sintesi tra la storia di una grande signoria, giunta al suo apice di splendore araldico e di sapere umanistico, e ineliminabili istanze spirituali e sapienziali che ne caratterizzano la vocazione religiosa e, in particolar modo, francescana. Il Malatestiano è un ponte di pietra, luce e colore gettato tra cultura classica e rivelazione biblica, tradizione greca ed eredità latina, tra il platonismo dei filosofi antichi (Platone, Cicerone, Macrobio, Plotino, Porfirio) e quello dei grandi maestri della cristianità (Agostino, Dionigi Areopagita, Bonaventura da Bagnoregio). È infine un’Alba incompiuta del Rinascimento che ha acceso e accende di stupore gli occhi e le intelligenze di coloro che l’hanno visitato e studiato.

Massimo Pulini, Accademia Belle Arti Bologna e Assessore Cultura Comune di Rimini

Oggi possiamo avere l’illusione di occuparci di storia dell’arte nella nostra stanza: fino a un po’ di tempo fa la prerogativa degli studiosi di storia dell’arte era anche di essere dei viaggiatori. Gli studiosi di tutto il mondo viaggiavano in quella costellazione meravigliosa di realtà italiane che rappresenta oggi un gigantesco scrigno. Lo straordinario racconto del  Tempio malatestiano ha fatto di questo luogo un punto di interesse primario per la ricostruzione del periodo che va dal Tardogotico al Rinascimento. Il Tempio malatestiano è stato osservato da grandi studiosi e viaggiatori che avevano necessità di coltivare non solo la penna ma anche la matita.  Leggendo pagine forestiere, si capisce come intellettuali di culture o religioni diverse abbiano arricchito l’essenza, anche sacra, di questo luogo. Il focus degli incontri è dunque lo sguardo degli scrittori stranieri – narratori, poeti, storici dell’arte e della cultura – che hanno saputo leggere l’importanza di questo monumento forse prima di noi Italiani.

 

PROGRAMMA:

Venerdì 18 ottobre ore 18:00

Massimo Pulini (Accademia di Belle Arti di Bologna)

«Stones of Rimini»: scrivere il Tempio

Paola Spinozzi (Università degli Studi di Ferrara)

Racconti di viaggio britannici e angloamericani

Venerdì 8 novembre ore 18:00

Andrea Pinotti (Università degli Studi di Milano)

«A Rimini ci deve essere di più». Il Rinascimento di Jacob Burckhardt

Marco Bertozzi (Università degli Studi di Ferrara)

Aby Warburg a Rimini: una ‘discesa’ nel Tempio di Alberti e Sigismondo

Venerdì 15 novembre ore 18:00

Alessandro Giovanardi (Istituto Superiore di Scienze Religiose di Rimini)

Pagine russe sul Malatestiano

Franco Bacchelli (Università degli Studi di Bologna)

Pletone nel Tempio: la scelta di Sigismondo

  

Venerdì 29 novembre ore 18:00

Marisa Verna (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano)

Sigismondo, un criminale neoplatonico. Péladan lettore mistico del Tempio

Michela Gardini (Università degli Studi di Bergamo)

Echi malatestiani in Péladan e Montherlant